La magia del luogo nasce dalla sua storia.

Un luogo dall’energia straordinaria, dove è tutto un brulicare di vita, di relazioni umane che alimentano ambiziosi progetti. È così che parla de Le Caserie lo Chef- ristoratore Nicola Sammartano. Tra l’altro, in visita alla Pinacoteca Comunale di Marsala, guardando un dipinto che ritrae Stefano Frisella, ricco commerciante e proprietario terriero di Marsala del XV secolo, Sammartano si accorse di avere un’incredibile somiglianza con quello che fu uno degli uomini più ricchi della Sicilia. Figlio di panniere, la fortuna di Stefano Frisella prese adito da un’intuizione che lo portò a promuovere la mussola come stoffa perfetta per produrre le vele delle barche. Diventato ricco, il commerciante divenne proprietario di circa 900 feudi, con più di 1.000 persone alla sua dipendenza.
Anche lo storico palazzo in cui sorge Le Caserie era di sua proprietà, parte di un complesso edilizio comprendente anche la Chiesa ed il Monastero di Santo Stefano, che si trovano in una vasta area quadrangolare del centro storico di Marsala. Il complesso monumentale era precedentemente occupato dal Palazzo della nobile famiglia Ferro, e nel IX secolo era “sede del governo saraceno”, abitato dunque da una comunità ebraica.

In origine, secondo una fonte antiquaria (PIRRI, Sicilia Sacra, II), l’edificio era sede dell’antico “Palazzo dei questori romani”, dove avrebbe sostato Ponzio Pilato in viaggio verso Gerusalemme.

All’inizio del XII secolo, il nobile Stefano Frisella acquistò l’edificio dalla famiglia Ferro, lo ristrutturò, e lo adibì a monastero per le Agostiniane Riformate donandolo ad una delle sue figlie, badessa agostiniana. Nello stesso tempo fece costruire una chiesa che nel 1866 venne incamerata tra i beni dello Stato Italiano, e che attualmente è chiusa al culto.

Oggi l’ex monastero accoglie la scuola Vincenzo Pipitone e il Liceo Classico Giovanni XXIII di Marsala. Dell’antico edificio si conservano una torre all’angolo fra via Lombardi e via Frisella e il chiostro quadrato con porticato, mentre le celle delle suore sono state trasformate in aule.

La sede dove oggi esiste “Le Caserie” già ne 700 d.C. fu luogo di ristoro per i nobili arabi che usufruivano delle camenre dello scirocco ancora esistenti e riportate in vita.  Nella struttura ancora oggi è presente e si può cenare nell’unica “camera dello Scirocco”* rimasta sul territorio.

In questa tavernetta, secondo la leggenda, Lord Woodhouse una notte assaggiò per la prima volta il vino che divenne poi il famoso Marsala.

Ad oggi, la “locanda di charme” si trova proprio sulla via Frisella, strada dedicata al ricco benefattore marsalese Stefano, personaggio cui il ristoratore Sammartano guarda come esempio virtuoso da seguire.

“Mi sento una grande responsabilità- racconta con entusiasmo- è come se Frisella avesse voluto, in qualche modo, essere riportato in vita, insieme a tutti i bellissimi progetti che aveva già abbondantemente avviato”.

*le camere dello Scirocco si diffusero tra il XVI e il XVIII secolo. Utilizzate come luogo dove rifugiarsi durante le afose giornate estive, erano delle vere e proprie stanze interrate o seminterrate scavate nella roccia, costruite al di sotto dei palazzi e nei giardini delle ville, secondo un ingegnoso sistema di raffrescamento passivo.